Portonovo PDF Stampa E-mail

Portonovo è una località marittima del comune di Ancona, noto centro turistico, balneare ed artistico, affacciato sull'omonima baia.

Portonovo è una contrada della frazione del Poggio di Ancona, facente parte della III circoscrizione e parte integrante del parco regionale del Conero. Il suo territorio è accidentato, con vallecole e collinette quasi completamente ricoperte da macchia mediterranea; è dominato dalla massiccia presenza di Monte Conero che con le sue rupi, alte in questo punto circa 400 metri, delimita l'area a sud; a nord invece Portonovo si affaccia sul mare con una bianca spiaggia sassosa con andamento sinuoso e che verso ovest si incurva a formare la baia che ha dato il nome alla località. Nella spiaggia si alternano tratti ghiaiosi e sassosi, con ciottoli calcarei bianchissimi e arrotondati, considerati una delle peculiarità della località. La presenza dei boschi direttamente a contatto con la spiaggia, unitamente ai panorami aperti verso la mole maestosa del Conero, costituiscono una grande attrattiva della zona.

Portonovo non è un centro abitato: ufficialmente conta un solo abitante. Gli scarsi edifici presenti, non più di una trentina disseminati nel bosco, sono "seconde case" usate solo per passare le vacanze. Nella zona sorgono tre alberghi, vari ristoranti e numerosi bar, anche a ridosso del mare. A Portonovo si trovano anche due campeggi, il maggiore dei quali, già situato nei pressi della spiaggia, nel 2008 è stato spostato a monte, in posizione panoramica. La chiesa medievale di Santa Maria di Portonovo, la settecentesca Torre di Guardia e il Fortino Napoleonico sono i preziosi monumenti che, immersi nella vegetazione, testimoniano un passato ricco di storia.

Portonovo in estate è molto frequentata dagli anconitani e dai turisti, che la raggiungono percorrendo l'unica e ripida strada asfaltata che si stacca dalla provinciale del Conero. La linea 94 di autobus urbani collega Portonovo al centro di Ancona e un servizio navetta fa la spola con il parcheggio sovrastante situato a ridosso della provinciale.

La spiaggia di Portonovo ha ottenuto la Bandiera Blu nel 2000; l'assegnazione è stata poi sospesa per alcuni anni in attesa del collegamento delle fognature ad un impianto di depurazione situato nell'interno a vari chilometri di distanza. Nel 2010, completati i lavori, ha nuovamente ottenuto la Bandiera blu.

La parte sud, tra la Torre di Guardia e la chiesa medievale, è una zona favorevole alla pratica di windsurf, grazie al vento quasi sempre presente. Nella zona occidentale si trova un molo artificiale, che dovrebbe essere utilizzato solo per situazioni di emergenza, e che molti bagnanti usano per tuffarsi nel mare.

 

I laghi

Molto importanti, dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, sono i due piccoli laghi di Portonovo: il Lago Profondo ed il Lago del Calcagno o Lago Grande. A pochissima distanza dal mare, contengono acqua salmastra, risultante della mescolanza di acqua di mare con acqua dolce. L'acqua marina entra nei laghi durante le mareggiate e passando al di sotto della spiaggia; l'acqua dolce proviene invece da sorgenti (nel Lago Grande) o da piccoli immissari temporanei (il torrente Ciriesa, che sfocia nel Lago Profondo).

L'origine dei laghi è collegata alla stessa nascita di Portonovo, che si formò in seguito ad una ciclopica frana staccatasi in epoca preistorica dal sovrastante monte Conero. La superficie dei laghi di Portonovo è stata purtroppo notevolmente ridotta negli anni '50 quando, con un'errata concezione dello sviluppo turistico, si interrarono vaste aree umide per realizzare parcheggi e campeggi (la superficie interrata supera il 50%). La stessa Fonte di Portonovo, che alimentava con le sue acque il Lago Grande e nel passato costituiva una delle attrattive della zona, è stata negli stessi anni distrutta per far posto a strutture turistiche. Oggi il Parco del Conero ha elaborato vari piani di recupero naturalistico dei laghi, che attendono ancora attuazione. Nell'intento di permettere al Lago Grande l'espansione nella zona originariamente occupata, si è già provveduto allo spostamento di un campeggio in area più a monte.

Nonostante tutto, i laghi di Portonovo ancor oggi costituiscono un habitat di notevole interesse naturalistico; per quanto riguarda la fauna si ricorda la presenza della gallinella d'acqua, del martin pescatore, del germano reale e della folaga, mentre per la flora, si segnala la canna di palude, il falasco ed il giunco.

 

Dintorni

Portonovo confina a nord con la spiaggia di Mezzavalle, lunga spiaggia libera che si può raggiungere solo facendo un breve tratto a nuoto oppure, dalla strada provinciale, percorrendo due sentieri pedonali, non lunghi ma abbastanza ripidi in alcuni tratti; Mezzavalle è per questo molto frequentata da chi apprezza la sua elevata naturalità.

A nord di Mezzavalle si trova il Trave, un lungo scoglio naturale che si estende, a pelo d'acqua, per circa un chilometro verso il largo. Sopra di esso si trova una costruzione abbandonata chiamata "Pesca Fattorini", già usata per la pesca da postazione fissa. Come su tutti gli scogli della Riviera del Conero, al Trave i moscioli (nome locale dei mitili), crescono in modo naturale; la loro pesca è rigidamente regolata.

A sud di Portonovo si estendono, sotto le rupi di Monte Conero, tratti di costa a picco, tratti di scogli e varie spiagge libere, raggiungibili camminando lungo la costa e, a volte, effettuando dei tratti a nuoto; sono le spiagge della Vela, dei Sassi Bianchi e dei Gabbiani. Procedendo verso sud si esce dal Comune di Ancona e si entra nel comune di Sirolo, con le spiagge della cava Davanzali e delle Due Sorelle.

In alcuni tratti il transito è vietato a causa di pericoli di frane. La situazione varia molto frequentemente ed i pericoli sono segnalati da cartelli e da ordinanze della Capitaneria di porto di Ancona.

 

Arte e storia

Anticamente la località era denominata Porto Nuovo di Ancona; il nome trae origine dalla sua baia, protetta dai venti e dai mari da Nord e Nord-Ovest. Vicino alla spiaggia si trovano tre edifici di interesse storico-architettonico.

 

Santa Maria di Portonovo

Santa Maria di Portonovo è una chiesa di stile romanico costruita dai benedettini dal 1034. Sorge su un piccolo rialzo roccioso che si protende nel mare ed è lambita dal verde della macchia mediterranea. La struttura architettonica è suggestiva e singolarissima, fusione di croce greca, pianta basilicale e chiesa a cappelle parallele. Le mura esterne sono in pietra bianca del Conero, mentre il pavimento interno è costituito da pietra gialla e cotto. Nella parte bassa dell'edificio si trovano alcune monofore, mentre nella particolarissima cupola a pianta ellittica, di taglio bizantino, si trovano bifore.

La chiesa sorse come luogo di culto di un monastero benedettino, che raggiunse una notevole importanza nelle Marche medievali e che infine fu distrutto nel 1320 a causa di una frana scesa dal monte Conero. Abbandonata dai monaci, la chiesetta non fu usata per molti secoli, cosa che la protesse da modifiche e manomissioni. Nel XIX secolo fu oggetto di un magistrale restauro ad opera di Giuseppe Sacconi, ultimato sotto il soprintendente Luigi Serra. Fu riaperta al culto nel 1934.

 

La Torre di Guardia ed il Fortino Napoleonico

La Torre di Guardia, chiamata anche Torre Clementina, fu fatta costruire nel 1716 da papa Clemente XI, per contrastare le scorribande dei pirati. Eretta in posizione avanzata per sfruttare appieno il "gomito" naturale del Conero, da essa i soldati riuscivano a sorvegliare un ampio tratto di costa. Dopo l'Unità d'Italia la torre fu acquistata dalla famiglia De Bosis; divenne con gli anni un luogo di ritiro di poeti, ospitando anche il martire della libertà Lauro de Bosis e il vate Gabriele D'Annunzio.

Nel 1810, durante il Regno d'Italia di Napoleone, fu costruito il Fortino Napoleonico, con l'intento di impedire lo sbarco di navi appartenenti alla flotta inglese, attratte dalla possibilità di rifornirsi di acqua potabile attingendo alla Fonte di Portonovo. A memento di ciò, ogni anno viene organizzata una rievocazione storica denominata Porto Nuovo 1811. Il fortino venne costruito per ordine del viceré d'Italia, il generale Eugène de Beauharnais; il progetto della fortificazione si ispira alle costruzioni dell'architetto Francesco di Giorgio Martini. Per la sua costruzione, si pensa, siano state usate anche le pietre dell'ormai distrutto monastero benedettino. Nel 1860, dopo la battaglia di Castelfidardo e l'entrata delle Marche nel Regno d'Italia, venne meno la funzione militare del fortino e l'edificio cadde in rovina. Negli anni sessanta un ottimo restauro lo ha riportato al suo splendore originale ed ora ospita un albergo.

 

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